Roma – Don Scrivo Vicario del Rettore Maggiore Direz. Gen. Opere Don Bosco.
Grazie per il privilegio della prima copia del volume su Nicola, che ora è anche Mio Amico. Ho letto con interesse e commozione i primi quattro Capitoli: un tessuto di umanità e di azione divina intrecciate e unificate nell’Amore che soffre ed offre.
Ora vado lentamente meditando «I Colloqui».

Torino Prof. Cesare Mussini Preside.
Anche il dolore è provvidenziale, perché invece di trasformarsi in un perché senza risposta, ti apre delle porte che prima erano rimaste chiuse per rivelarti e farti intuire il disegno divino.
Nicola era un predestinato, come tutti coloro, e non sono molti, che passano sulla terra, prima inconsapevoli, poi coscienti testimoni di una rivelazione che trascende la stessa fede, per farsi messaggio di verità.
Una cosa è certa, noi uomini di cosiddetta cultura, di fronte a questi avvenimenti, chiniamo il capo.

Alatri (Frosinone) Prof. Antonio Celani Preside.
Leggendo il libro, ho appreso quanto avete dovuto soffrire anche in attesa di un vero miracolo. Il miracolo del ritorno alla vita di Nicola non c’è stato; ma il ritorno alla fede è venuto a seguito delle preghiere soprattutto della madre. Per chi crede, come credo anch’io, questo ritorno è come una nuova Resurrezione.

Oristano Dott. Luigi Caturano Provveditore agli Studi.
Solo oggi mi arriva il libro di Nicola: sorpresa, curiosità, lettura d’un fiato, commozione, preghiera, gratitudine!
Ero a Roma, quando hanno salito il calvario con Nicola, ma vivevo lontano e non respiravo la purissima atmosfera che emerge dalla lettura del libro.
Quanto dolore, quanta finezza di abbracci con Gesù, quanta consapevolezza dei valori che contano! Anch’io mi rivolgerò a Nicola, adesso. Ne ho tanto bisogno.

Torino Prof.ssa Ada Quaglia anche a nome del marito Carlo Provveditore agli Studi.
Ho letto e riletto il libro dedicato a Nicola. Cosa dirti? Non espressioni di conforto rese inutili dal suo totale abbandono alla volontà di Dio, e dalla accettazione cristiana di ogni evento che non dipende da noi; possiamo, questo sì, ammirare il graduale cammino di Nicola verso la luce, di cuore ringraziarti di averci fatti partecipi di un’alta testimonianza di amore in Dio, e, ancora possiamo augurarci di poter possedere quelle certezze di cui tutti e due siete stati, e tu ancora sei, portatori e protagonisti di fede profonda.

San Giovanni in Malignano Dott. Giuseppe Pellegrini Segretario Gen. Comunale
Ho finito di leggere il libro «Il mio Amico Nicola» e sento di doverle esprimere la mia gratitudine perché mi ha ritenuto degno di poter leggere le sublimi verità che esso contiene. Mi ha molto colpito la conversione di Nicola e quanta potenza Dio ha manifestato in lui e per mezzo di lui.
Il libro è un’ennesima riprova che l’aldilà esiste, che le preghiere sono efficaci, che la Comunione dei Santi esiste.
Nobile è stata la vittoria di Nicola sul male, vittoria che Dio gli ha concesso attraverso le sue lunghe sofferenze. È proprio vero che la gloria passa attraverso la croce.
Meravigliose le locuzioni interne della madre e le verità soprannaturali che le sono state rivelate.

Roma Dott. Lorenzo Vian Funzionario banca collega di studio e amico di Nicola.
Man mano che ci avviciniamo al 3° anniversario del giorno della nascita alla vita eterna della mia indimenticabile amica Nicola, più intensi si fanno il ricordo, la nostalgia, la preghiera, il ringraziamento. E a tutto questo aiutano le belle pagine che rievocano la sua figura, le sue grandi qualità, il suo nobile spirito, e soprattutto il suo calvario di purificazione e di compenetrazione alle sofferenze di Cristo.
E tutto questo messo insieme, ispirato, direi quasi «distillato» dall’amore del padre e della madre. Grazie per questo.

Palermo Dott. Bruno Marco De Amico d’infanzia di Nicola.
Non ho la presunzione di consolare persona spiritualmente ricca, come tutti voi, protagonisti della splendida storia di cui il Signore vi ha resi partecipi.
Né ho parole per ringraziarvi della lezione di vita e della testimonianza della quale mi avete fatto dono, con l’invio del libro dedicato a Nicola.
Una sola cosa posso dire, e lo dico dal profondo del cuore; da quando sono venuto a conoscenza della scomparsa di Nicola, l’ho sempre ricordato nelle mie preghiere giornaliere, anche se capisco che il Signore lo ha già fatto sedere accanto a Lui.

Roma - Suora Paola Cassal Del Policlinico Gemelli.
Grazie soprattutto per il bene che mi fa attraverso la biografia di Nicola, che sto leggendo e che è meravigliosa. Di quali grazie e doni il Signore l’ha favorita!
Sia ringraziato e glorificato il Signore che si rivela attraverso le sue creature e si serve di esse per manifestare il Suo amore e la Sua gloria.

Torino Prof.sa Ada Ciccarello Vado.
Ho profondamente ammirato la forza d’animo di Nicola, che con tanto eroismo ha saputo staccarsi da tutto quello che gli era caro.
La sua, la vostra fede, sono ammirevoli, e sono, non solo di conforto a voi, ma di incoraggiamento a tutti noi.

Alvito (Frosinone) Prof. Valerio Iacobone Preside.
Per merito della madre (e che madre!) Nicola sta diventando l’amico di tutti coloro che leggono questo stupendo diario tra il profetico e il paranormale, che, pur tuttavia si rivela un vero e proprio trattato di teologia calata nella prassi del dolore, cui nessuno può sfuggire.
Ringrazio la gentile Signora del bene che, attraverso il suo atto coraggioso (sì coraggioso!) di esternare il nucleo di quel «vero» che il raziocinio vorrebbe rifiutare, ma che nel proprio intimo nessuno che sia onesto può negare che esista, ha operato nel cuore di mia moglie.

Torino Prof. Agostino Vinassa Preside.
Man mano che procedevo nella lettura del libro e, attraverso il diario della malattia e le fasi di questa nelle inenarrabili sofferenze da lui sopportate, non solo ammiravo la serena accettazione di tanto male fisico, senza impeti di ribellione e di esecrazione, ma mi attanagliava l’interrogativo se, agli occhi di chi non crede, ciò non sia assurdo, ingiustificato, gratuito. Eppure la luce della fede può indurre nell’animo di chi è martoriato nella carne tanta capacità di soffrire, e forse il tuo Nicola può, attraverso il suo dolore non più ingiustificato né assurdo, dire ancora qualcosa a chi sa intendere il suo messaggio.
Il ricordo di lui, la sua breve vicenda terrena, così immaturamente e tragicamente conclusa, potrà essere di ammonimento per tutti a guardare con distacco le cose terrene, a saper dare importanza a quello che veramente conta, al di là delle false apparenze, ad essere più buoni, ad amare il nostro prossimo, a prodigarsi per chi ti sta intorno. Questa lezione di vita mi pare si possa trarre dalla morte del tuo Nicola, una lezione che tu, nel vivido, imperituro Suo ricordo, hai impartito a tutti, e che, tutti, credenti o non, possono e devono accettare.

Alatri (Frosinone) Prof.sa Ofelia Gamella.
Il suo libro mi ha regalato ore serene di spiritualità ed ha rafforzato la mia fede nella sopravvivenza dei nostri cari defunti.
Che Dio Le conceda un permanente stato di grazia e che la comunione con il suo Nicola duri finché lei vivrà ed oltre.

Roma On. Giuseppe Botta Deputato al Parlamento.
La ringrazio per avermi ricordato, inviandomi il magnifico libro Il Mio Amico Nicola.
Da una prima lettura la commozione mi ha sopraffatto. Quanto affetto nel ricordo della mamma! E quanto in tutto lo scorrere delle bellissime pagine!
Sarà per me e la mia famiglia motivo di meditazione.

Roma Dott. Andra Scaldaferri Magistrato Amico d’infanzia di Nicola.
Ho finito la prima lettura del libro e devo dire che mi ha fatto molta impressione.
Ho visto per la prima volta concretizzare in maniera così netta quella sensazione che nel corso degli anni ho sempre più maturato dentro di me, che, cioè, la sofferenza costituisca anch’essa un dono di Dio, un dono terribile che però ci fa raggiungere vette di spiritualità irraggiungibili altrimenti. Una risurrezione «in vita» che purtroppo non può che passare attraverso la croce, cioè la disfatta, fisica e morale del nostro corpo, condizione necessaria ma non sufficiente, come dimostra la verità della sua vicenda.
Mentre scrivo mi rendo conto della povertà di queste parole, e questo non solo perché parlare della Fede dà spesso l’impressione di ridurre la potenza enorme (tanto è l’inadeguatezza della parola a descriverla), ma anche perché mi rendo conto della debolezza della mia fede, debolezza che si manifesta chiaramente nel fatto che non sono disponibile fino in fondo a porre la fede, Cristo, al centro della mia vita, anche se ad essi cerco di ispirare la mia condotta quotidiana.
È la contraddizione nella quale credo molti uomini vivono, quasi banale quindi, tra il desiderio, la sete di quell’acqua che veramente disseta e la paura di non saper sopportare il peso del calice che la contiene.
Alcune possibilità, però, Dio mele ha date e me le sta dando; tra queste c’è l’incontro, in quel lontano 1960, con Nicola, e la possibilità di leggere questo libro.
Le sono grato per avermi ritenuto degno di «ascoltare» quella voce.

Roma Prof. Aulo Greco Ordinario letteratura Italiana Università La Sapienza.
Vi sono veramente grato del dono prezioso Il Mio Amico Nicola, e sono debitore nei vostri confronti di alcune ore trascorse in una lettura emozionante e benefica per il mio spirito.
La tragedia da voi vissuta e il continuo magico rapporto con lo spirito di Nicola attraverso l’aiuto di Dio danno un senso di smarrimento e di dolore profondo, ma poi, quasi per incanto, guidano nel vivo della commozione a riflessioni e meditazioni.
Le pagine ora strazianti, ora colme di luce spirituale, costituiscono un diario di una tragedia, ma anche la testimonianza di un rapporto sempre più perfetto fra due anime nella scoperta e nell’amore dell’Eterno.
Le crisi spirituali, i patimenti fisici, i dubbi, gli sgomenti, le speranze si purificano e acquistano un autentico valore di fronte alla vita e alla morte.
La presenza continua di Nicola attraverso ogni espressione, ogni luogo del suo racconto, cara Signora, mi hanno dato come una scossa, ma anche un invito a meditare più serenamente anche su miei particolari dolori e sul destino cristiano di ogni individuo.
Roma On. Deputato al Parlamento.
Ho letto con struggente angoscia le pagine sue e quelle del suo Nicola, e desidero dirle della mia schietta e commossa partecipazione al suo dolore per la triste e così prematura scomparsa del suo figliolo, un giovane di cui ho colto tutta la nobile sensibilità.

Roma On. Deputato al Parlamento.
Ricevo il libro sul suo figlio scomparso e la ringrazio. Dalla lettura delle prime pagine traggo la certezza che si tratta di una meditazione «utile», anche sotto il profilo del recupero religioso ottenuto dall’amore e dalla perseveranza di una madre.

Lourdes – Suor Lucy
Ho ricevuto il libro del suo caro Nicola. Ho preso subito conoscenza dei messaggi. È un respiro grande per la mia anima; risponde a tante questioni che mi facevo, a modo mio, di concepire le cose dell’aldilà.
Con Lei ringrazio il Signore degli insegnamenti che ci dà attraverso suo figlio Nicola.

Torino Prof. Ferdinando Albertazzi Scrittore.
Ho letto con commozione il libro su Nicola. Grazie per avermelo mandato.
Mia sorella (Franca Carà) che ha perso un figlio di 18 anni, vorrebbe leggerlo.
Ne potrebbe cortesemente inviare una copia anche a lei?

Bologna Sig.ra Franca Carà.
Ho ricevuto, letto e riletto il libro in ricordo del suo Nicola. Sono rimasta veramente impressionata dei colloqui che Lei ha con il suo caro figliolo, e non nego che la invidio.
Vede, il mio ragazzo io lo sogno raramente e quando succede lo ritrovo bambino; solo una volta l’ho visto sorridente ed adulto, ma non mi ha parlato e mi manca tanto.
Il libro fa molto pensare e vorrei che un tale miracolo fosse capitato a me.
La ringrazio per il bene che mi ha fatto e chissà che i nostri ragazzi non abbiano occasione di incontrarsi in cielo.

Alatri Prof. Gian Battista Mantovani Preside.
Ho ricevuto il libro su «Nicola» e di ciò la ringrazio di cuore. Lo porterò con me e lo leggerò durante le vacanze.
Da qualche stralcio che ho letto velocemente ho compreso l’alta spiritualità e la profonda umanità che emana da esso.

Frosinone Dott. Gian Battista Ferdinandi Ispettore Scolastico.
Abbiamo letto con tanto interesse e non senza trepidazione il libro Il Mio Amico Nicola, apprendendo tanti particolari che ignoravamo di Nicola. È un libro che dovrebbero leggere tutti, perché è un esempio di come si affrontano e si sopportano le prove più ardue della vita, ma soprattutto perché riesce a dar conforto e serenità anche ai più sfiduciati e depressi; è un testo che va divulgato per la sincerità ed il valore delle considerazioni in esso fatte.

Como Prof.sa Lina Picone
La tua continua ad essere una esperienza sconvolgente e nello stesso tempo edificante: si può dire che tu e Nicola abbiate, con l’aiuto di Dio, vinto la morte, e questa è la dimostrazione di una particolare predilezione specie per te, che, vedo, né sai far tesoro.
Ho ripercorso, leggendo, insieme con te, il calvario di Nicola e vostro, ma ormai dovete cercare di dimenticarlo, perché egli è ancora con voi, più vivo, sollecito e affettuoso di prima, sempre pronto a comprendere e giustificare le debolezze, a comporre gli accenni di incomprensioni, a sorreggere.
Ricordo che, in un periodo particolarmente difficile in cui temevo per la mia salute, mi rivolsi a Lui, e che da Lui trassi conforto e speranza.
Voglio ora dirti che ho dato da leggere il libro di «Nicola» ad una coppia anziana molto unita e molto religiosa. Il marito è stato ricoverato in ospedale e la moglie, poco fa, mi ha detto che ha letto e riletto il libro con grande commozione, e che in questo doloroso momento, le viene spontaneo rivolgersi a Nicola nelle sue preghiere; si è messa addirittura a singhiozzare di gratitudine quando le ho risposto che poteva tenersi il libro.

Frosinone Prof. Antonio Jadanza Preside (Da una lettera al padre di Nicola).
… Ho iniziato subito la lettura del libro, dopo un rapido sguardo generale alla sua struttura. Mi riservo di scriverti, poi, più ampiamente dopo aver seguito, in tutta la sua drammaticità, la tristissima vicenda che ha investito la tua famiglia.
Posso, tuttavia, precisarti la mia prima netta impressione: la tua gentile Signora ha scritto pagine di un grande valore educativo: l’angoscia della madre è resa in tutta la sua profonda, immediata realtà, in tutto il suo atroce realismo, insieme al sereno conforto della Sua incrollabile fede.
Esse diventano, così, pagine di meditazione con la sequenza di un dolore vissuto tanto intensamente e danno anche l’insegnamento di come serbare la serenità dell’anima attraverso un colloquio continuo e costante con Dio che solo può e sa fare di una morte una resurrezione.
E veramente toccanti, sono i tuoi versi con cui si chiude il volume.
Essi, con (il dolore e il rimpianto… del padre), sintetizzano la vita e la missione del Figlio, pur se avvolta, quest’ultima «da gran mistero!».

Carmagnola (Torino) Sorella Cecilia Bo Dell’Associazione Laicale «Opera Tre Marie».
Stiamo leggendo con grande amore e riconoscenza il libro di Nicola, tuo figlio, che ci hai mandato, e mentre ti ringraziamo infinitamente per aver pensato a farcelo avere, ti supplichiamo, per amor di Dio, di dire a Nicola che ci aiuti a capirlo bene e a farne frutto.

Frosinone Prof. Giuseppe Calenda Preside.
Di ritorno dalle ferie, ho trovato la pubblicazione Il Mio Amico Nicola.
Ho iniziato a leggerlo con tanta commozione, ricordando la sempre cara famiglia Reina.
Fra i tanti ricordi ritorna alla mente la vacanza siciliana del 1965, la squisita ed affettuosa ospitalità di tutti voi, ed il caro Nicola, giovanissimo, pieno di entusiasmo e curiosità.

Borghetto Santo Spirito (Savona) Prof.sa Anna Fornaca Preside.
Nel leggere il tuo libro ho vissuto con intensa partecipazione il dolore tuo e della tua famiglia! Vi sono vicina non solo con il ricordo costante, ma anche con stima ed affetto. Ammiro la tua fede meravigliosa, che a volte in me vacilla parecchio e mi lascia sperduta.

Bandito (Cuneo) Sig.ra Anna Racca Casalinga.
Sono sempre più grata per avermi fatto incontrare Nicola; la lettura del libro mi dà sollievo, e se nella mia angoscia l’apro a caso, trovo sempre la parola giusta che mi aiuta.
Quante volte, quando lo chiudo, sono tentata di «baciarlo», ma non l’ho ancora fatto perché temo di essere una «fanatica», anche se Nicola, ora puro Spirito, sa che tale non sono.
Tutte le persone a cui passo il libro unanimemente mi dicono la stessa cosa: stupendo!

Torino – Sig.ra Maria Pia Casalinga.
Il libro di Nicola sta anche qui avendo un successo che tu non immagini; chi ne viene a conoscenza, chiede di averlo. In particolare sono i giovani ad essere entusiasti e a farne la propaganda. Se lo passano l’uno con l’altro. Anch’io sono meravigliata di come ha incontrato ed è stato accettato.

Roma Prof. Luigi Giannaccari Preside.
Ho ricevuto il libro Il Mio Amico Nicola e vi rendo sinceramente grazie e per esservi ricordati di me e perché mi avete fatto partecipe di una vicenda tanto strettamente familiare ma anche tanto profondamente umana.
Ho letto il libro con estrema attenzione e mi son posto il problema se il protagonista del racconto sia la madre o il figlio.
E poiché dare una risposta esatta ad un quesito del genere è molto difficile, devo ritenere l’uno e l’altra compartecipi.
Dominano infatti la vicenda e la rendono extraumana, la spiritualità di Nicola, da una parte, e la maternità eroicamente vissuta della madre, dall’altra.
Certo grandi sono state le afflizioni del papà e della mamma per la malattia di Nicola, e per la sua prematura scomparsa, ma è stato vostro grande merito aver reso il trapasso di Nicola sereno, sicché vi è stata riservata la grazia di vedere aperta per lui la porta del cielo.
Dal momento della sua morte, la mamma è stata la proiezione costante dello spirito di Nicola, della cui santità essa si è resa portavoce convinta.
Penso che il libro vada soprattutto diffuso negli ambienti che hanno il potere di instaurare un processo di beatificazione. Del resto alcuni eventi miracolosi Nicola li ha già compiuti; si tratta di seguire gli ultimi sviluppi, tenendo presente quello che racconteranno quanti a lui si rivolgeranno.
Sarà certo un processo lungo e difficile e ci vorrà molta fede negli osservatori e in quanti alle grazie di Nicola faranno ricorso; se sarà gente che crede, il processo di beatificazione di Nicola, procederà speditamente.
La mamma «sarà l’ancilla domini», che quel processo avrà favorito con la sua fede, con la sua carità, col suo spirito di servizio. Quanto a me, unisco la mia fervida preghiera a quanti vorranno sollecitare dal Signore il riconoscimento della santità di Nicola e speriamo di essere esauditi.
A voi genitori fortunati di tanto campione di fede, l’espressione del mio ossequio profondo.

Castellamonte (Torino) Prof. Candido Dellarole – Preside.
Mia moglie ed io consideriamo dono preziosissimo il libro che ci avete lasciato e stentiamo a trovare le parole per parlarne in modo degno. Il mio amico Nicola!
Non è difficile riconoscerci per amici suoi: le pagine del diario durante la malattia sono fra le più semplici, belle e alte che abbiamo mai letto. Sono vere e introducono nell’universale; dal dolore alla gioia attraverso la preghiera, e l’invito a pregare.
La tensione interna vi è espressa a fior di labbra, come un sussurro, la sofferenza pare sciogliersi e svanire. L’introspezione è serena, come se il dolore, «e l’avvicendarsi dei medici e delle cure, degli amici e dei suoi cari» si stemperasse e si addolcisse in qualche modo in una visione della propria vicenda, che noi di solito definiamo come «superiore».
La comunanza dei suoi dolori con le sofferenze dei compagni di ospedale da quel momento cessa, si diversifica e si concreta nella accettazione senza riserve della volontà del Signore .
….. La sua angoscia, gentile signora, si stempera nell’ascesa a dimensioni sempre più ampie: da dolore a fede, da fede a captazione di messaggi eterni, a colloquio, a parola, nell’itinerario umanissimo che va dall’accettazione del contingen¬te alla sublimazione del vivere perenne.
1 suoi colloqui con Nicola riempiono l’anima di speranze buone.

Frosinone – Prof.sa Maria Caruso.
Ho letto più volte il libro Il Mio Amico Nicola, il quale mi è stato di grande sollievo nei momenti di tristezza, che, purtroppo, spesso mi assalgono, e ne ho tratto immenso conforto spirituale.
Infatti, in esso trovo risposta ai molti problemi e difficoltà della vita.
Il Mio Amico Nicola è sul mio Comodino insieme alla Bibbia e ad altri libri di preghiere.
Quasi ogni giorno ne leggo un passo e trovo lenimento alle mie ansie, con risposte sempre fresche e nuove.

Roma Insegnante Cinzia Manini (Lettera a Nicola).
L’averti trovato sulla mia strada, Nicola, è stato il dono più bello che Dio poteva concedermi in questo scorcio di vita.
Avevo bisogno di te, fratello, per levarmi verso il cielo, per navigare nell’oceano calmo e meravigliosamente sconfinato dell’amore di Dio, per tuffarmi a fondo perduto nel l’avventura della santità, cammino non riservato a pochi privilegiati, ma a cui tutti noi, figli del Padre, che dall’eternità ci ha pensato, sia¬mo chiamati.
Leggere il tuo libro, Nicola, e sentirti vicino a me più di quanto lo sia a me stessa è stato un tutt’uno; leggerti e percepi¬re che grazie a te, il cielo e la terra si fondono mirabilmente, che il soprannaturale diventa la dimensione familiare del mio oggi, è la rivelazione che tu sei santo a tutti gli effetti e lo sei realmente! Sì, perché quando ti invoco, tu corri, quando ti prego, tu mi rispondi, quando ho bisogno di aiuto concreto, tu intervieni, e di colpo la situazione si capovolge, le nubi scom¬paiono, il problema non esiste più.
Tu cammini con me e con noi tutti, tu che hai assaggiato la durezza dell’essere uomini con le contraddizioni ad essa connesse; tu ci comunichi i messaggi del cielo e dal cuore della SS.ma Trinità, dove tu dimori raggiante di luce, ci invii raggi di quella luce, perché non procediamo a tentoni, ma imbocchia¬mo spediti il sentiero della speranza; tu ci infondi amore per¬ché non geliamo di freddo e sappiamo sprigionare intorno a noi onde d’amore vivo.
Sì, Nicola, tesoro più grande non potrei racchiudere nel fragile involucro del mio corpo, che anela a conquistare spazi eterni, nel ricettacolo del mio cuore, che vorrebbe dilatarsi ed abbracciare il mondo, nel tessuto del mio spirito da sempre esistente per respirare l’Infinito.
Grazie, Nicola, perché ti sei fatto offerta suprema d’amo¬re e ci additi la strada del sacrificio, la sola che conduce alla meta; grazie perché ci parli e ci dai il privilegio di essere da te guidati alla scoperta dei valori che mai tramontano; grazie per¬ché intercedi per noi pellegrini nel tempo, e la tua voce non cessa di levarsi, nonostante i nostri ritardi, i nostri ripiegamen¬ti, le nostre paure e ci scuote a togliere la pelle che indossiamo per mostrare la nostra vera carne e il nostro volto di adulti che non hanno ucciso dentro di sé il candore e la semplicità dei bambini che sempre restiamo.
Nicola, ricordaci sempre che Dio è semplicità assoluta e chi Lo ama deve porsi nelle sue braccia con l’incondizionata fiducia dei piccoli che si poggiano sul cuore della mamma e riposano tranquilli. Tienici sempre per mano, Nicola, ti vogliamo bene.

Roma Prof.sa Rosi Ciccarello.
Ti invocavo, Nicola, mentre mio padre moriva, per intercedere presso Dio, affinché lo tenesse in vita. Il danno era irreversibile, ma chiedevo che vivesse.
L’incombere della sua morte, quando da poco vivevo la dolce sensazione di avere finalmente un padre, mi dava un senso totale di disperazione ed il dolore mi straziava l’anima.
Ti chiedevo un miracolo, Nicola, offrendomi vittima. Ti chiedevo che vivesse perché finalmente avremmo potuto stare vicini, dopo esserci ritrovati. E un miracolo c’è stato!
Dopo la sua morte mi hai illuminato, rivelandoti guida, rifugio, ristoro, salvezza.
Mi giungeva la luce delle tue parole; mi hai insegnato a seguire con slancio puro il meraviglioso disegno che Dio da tempo andava tessendo, intorno alla sua anima, tallonandola, anche quando correva dimentica per strade sbagliate.
Illuminavi il suo cammino, mentre il miracolo si innestava. Vedevi chiara dal Cielo la sua sofferenza per quei figli che erano in pena, quella sofferenza che l’ha riscattato, purificandolo.
A conferma le tue parole: «Il miracolo non è l’atto singolo circoscritto della potenza di Dio che investe la creatura in un momento ben preciso della sua vita, ma è il continuo, ininterrotto operare di Dio stesso che non si arresta mai e va oltre il fatto contingente cui diamo il nome di miracolo.
E l’ho riconosciuto questo continuo ininterrotto disegno di Dio intorno a mio padre.
Nella lettera che tua madre gli inviava per il Natale del 1987 si evidenziano i segni del tuo operare che già illuminava il suo cammino.
La ricordo bene e la riporto testualmente: é del 7.12.1987:
«Caro Luigi, ero al capezzale di Nicola al Policlinico, quando egli mi dice: «Sai mamma con la mia sofferenza vi sto riscattando tutti».
Chiedo: «Anche gli amici?» «Sì, mamma». Allora anche Luigi?. Mi guarda e poi mi chiede a sua volta: «Anche Luigi?». Rispondo: «Non ti pare che anche la sua anima sia stata riscat¬tata dal Cristo?». Sorride e risponde: «Certo, mamma».
Tutto mi era sembrato un gioco di parole tanto ero lonta¬na dal comprendere come quel disegno di Dio, che si snodava giorno per giorno terribile e meraviglioso, mi avrebbe portato a bere fino in fondo un calice tanto amaro, ma da cui sarebbe scaturito tanto bene non solo per me e la mia famiglia, ma an¬che per tutti coloro che Nicola accomunava nella sua offerta al Padre.
Ne ebbi sentore quando, il giorno del funerale, tu, che, dando ascolto alla parte migliore di te stesso, eri partito da Montecatini per prendere parte al nostro dolore, ti sei trovato a tu per tu con mia figlia Maria che ti spingeva verso Rosi pre¬sente anche lei alle esequie di Nicola.
E da quel giorno, io ne sono certa, si è aperto per te un periodo di serenità e di luce in seno alla tua famiglia, Nicola ti vegliava dall’alto.
Sono momenti unici particolarissimi che Dio concede nel Suo infinito amore misericordioso per chiamare un’anima ad una conversione totale; guai a lasciarteli scappare.
Forse avresti avuto bisogno di più aiuto e mi rammarico di non avertelo dato e per questo ti prego di perdonarmi.
Ma oggi Nicola, che non ha mai lasciato di intercedere per te, mi chiede di unirmi a lui nella sua supplica accorata al Pa¬dre e sia io che Peppino abbiamo risposto con gioia alla sua richiesta.
So bene che le loro vittorie come le loro sconfitte siamo noi a determinarle perché siamo liberi di accettare o rifiutare l’offerta, ma vogliamo proprio rifiutare la salvezza eterna?
Saremmo dei pazzi, credimi, Luigi.
Perdona questa mia missiva dettata solo dal vivo desiderio di esserti vera amica sino in fondo, amica della tua anima che brama quella serenità e quella pace che solo Dio può operare.
Ti invio con Peppino auguri di vero bene per il prossimo Natale».
Il Natale successivo mio papà non era più con noi e tu Nicola dall’Alto hai trasformato il mio dolore in vera gioia, ricordandomi che la vittoria era stata soltanto di Gesù.
Seguimi sempre mio amico, non lasciarmi mai più!

Recensione del Prof. Antonio Jadanza.
Apparsa sul quotidiano Avvenire del 2 ottobre 1988 nella pagina provinciale di Frosinone, dal titolo Il Mio Amico Nicola, pagine di fede viva. n accorato grido di dolore, una meravigliosa vittoria spirituale.
Non vi è forse, non vi è mai stata, una madre cui non competesse l’attribuzione di mater Dolorosa!
Da duemila anni, per riferirci ad una data particolarmente significativa, ogni madre ha avuto, purtroppo, come Maria, il suo calvario, la sua croce, si è santificata nel suo dolore.
Tale anche Pina Reina, persona dal cognome ben noto in Ciociaria perché il marito fu Provveditore agli Studi della provincia di Frosinone dall’Aprile 1954 al Gennaio 1967.
Essa, in pagine dense dall’acuto dolore per la «vita» e per la morte del figlio Nicola, narra il suo amore sofferente», la sua «spina» per questo suo quinto figlio!
Il percorso della sua Via Crucis, compiuto con sentimento di profonda fede, umana e cristiana, è stato delineato ed espresso nel volume Il mio amico Nicola recentemente pubblicato dall’Istituto Salesiano Pio XI, Roma, a cura del Sac. Eugenio Martorano che, nella pre-sentazione si dichiara testimone e mallevadore della verità sui fatti, la cui narrazione, egli dice, si snoda con una fedeltà assoluta.
Sicché, egli precisa, «A chi abbia un minimo di fede risulta chiaro l’intervento straordinario di Dio, e a Dio soltanto deve andare l’osanna di ringraziamento e di gloria, perché grandi sono le sue opere».
Protagonista delle dolorose, ma luminose pagine, sono la madre e il figlio Nicola; sono le ansie della prima per il figlio «ribelle» che non trova risposta ai suoi dubbi per la fede; sono le incerte, difficoltose giornate della vita del secondo, della ricerca, per qualche tempo non paga, di Dio che, malgrado il rifiuto, era il suo tormento e la sua battaglia, che poi si sarebbe conclusa con la sua vittoria finale.
Anche Nicola, in fondo, rinnovava con S.Agostino il grido, che è poi l’anelito di ogni anima: «Inquietum est cor meum, donec requiescat in Te».
E Nicola trovò, infatti, la sua quiete.
Maturato dal dolore, macerato dalla grave malattia, manifestatasi nel Novembre 1984, in mezzo ai malati con i quali convisse «nel rispetto assoluto» della loro sofferenza, vagheggiando la nuova missione della sua vita «diventerò l’apostolo degli ospedali» disse un giorno alla sua Antonella ormai aveva incontrato Cristo, con cui aveva già allacciato «lunghi e silenziosi colloqui». Nell’ultimo incontro con don Eugenio aveva fatto la sua confessione; poteva, ormai, proclamare con la madre: «Sì, mamma, Dio è potente!».
Dopo serena agonia nella luminosità piena, quasi meridiana del 28 agosto 1985, Nicola si spense con altrettanta luminosità e sorriso nel volto: aveva compiuto il 25 Marzo, i suoi 31 anni!
Tra le pagine del volume si svolge il dramma denso di emozioni, di scoramenti, di speranze, di un’alterna vicenda che caratterizzò la vita di Nicola e dei suoi cari.
E tutto lucidamente la madre espone, traendo dai suoi precisi, esatti ricordi; è Nicola stesso che denuncia nel suo diario le sofferte giornate della malattia che, pur se non su¬perata fisicamente, fu il suo glorioso campo di battaglia, ove egli combatté all’ultimo sangue, conseguendo la palma della sua vittoria spirituale.
Dalle pagine, in cui sono scandite le fasi della malattia… vissute giorno dopo giorno dalla madre come in quelle che ri¬feriscono «I colloqui di Nicola con la madre e i suoi messaggi» dal 30 Agosto 1985 al 12 febbraio 1988, che «continuano inin¬terrotti» si leva l’accorato grido di dolore della madre per la sua profonda, quotidiana «angoscia» ma più forte si leva l’inno della sua «incrollabile fede».
Il lettore che ha tratto da quelle pagine l’interpretazione di tutto il dramma del cuore di questa Mater dolorosa, che è poi, il dramma vivo e reale di ogni madre che soffre con i figli e nei figli, resta pensoso a meditare.
Egli ha letto pagine di grande valore educativo, che diven¬tano per lui motivo ed occasione di profonda riflessione.
Sì, il lettore troverà ancora una pagina di tanta tristezza, di «dolore» e di «rimpianto» nei «toccanti» versi del padre «per la scomparsa di Nicola», ma avrà nuova occasione di monito ed insegnamento.
Comprenderà che quel grande mistero «della vita e della morte dell’uomo è cosa inaccessibile alla mente dell’uomo stesso, a cui non è concesso penetrare, adesso, e, pertan¬to, egli deve aspettare!
Ma la sua sarà un’attesa fiduciosa, sostenuta dalla fede, nel convincimento che la creatura serve a Dio perché ciascuno possa sorreggere» con la propria, anche la fede altrui.
Con la chiusa del volume, si conclude il solenne Atto di Fede, che Pina Reina ha, via via recitato nelle sue pagine, e tor¬nano alla mente le parole con cui don Eugenio Martorano ne ter¬mina la presentazione.
Sono parole di Nicola stesso, contenute « in un messaggio alla madre» e riferite a Dio che pur attraverso «vie tortuose e terribili… fa… di una morte una resurrezione».


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